La liberalizzazione nel mercato della distribuzione, operativa dal 1° gennaio 2003, consente alle famiglie di cambiare fornitore di gas. Per scegliere in maniera consapevole, è necessario innanzitutto conoscere il contenuto delle somme addebitate. La tariffa di vendita è composta da due parti: la prima, relativa alla materia prima, copre i costi relativi all'acquisto all'ingrosso del gas, al trasporto e allo stoccaggio. Questa componente è aggiornata trimestralmente dall'Autorità per l'energia e il gas, per tenere conto delle variazioni dei prezzi dei prodotti petroliferi.
La seconda parte è rappresentata dalla quota di vendita, determinata liberamente dalle società che forniscono gas agli utenti finali.
A queste voci si aggiungono poi l'imposta sui consumi nazionale, l'eventuale addizionale regionale e l'iva, che cambiano in base alle motivazioni dei consumi di gas. Conoscere queste voci è fondamentale per saggiare la validità delle offerte alternative.
Nel momento in cui si riceve la proposta di cambiare fornitore, vanno poi valutate tre condizioni, fondamentali per valutare la serietà del fornitore e la capacità dell'offerta di mantenere la propria convenienza nel tempo:
- Chi è l'azienda che propone il contratto e a quale recapito è possibile trovarla. È, di fatti, fondamentale conoscere il recapito al quale rivolgersi per richieste di chiarimenti ed eventuali problemi con la fornitura.
- Come sono misurati i consumi e come la griglia in vigore può cambiare nel tempo. La presenza di condizioni di favore può essere infatti legata a possibili promozioni di durata limitata.
- I tempi di attivazione del nuovo servizio, le modalità di pagamento e quelle di recesso. Dietro condizioni particolarmente allettanti potrebbero nascondersi condizioni capestro che vanificano il beneficio per il consumatore. (L.D.O.)
